“Per capire Urbino non basta una vita” (Carlo Bo) Patrimonio dell’Unesco e antica capitale del ducato montefeltresco, è oggi considerata una delle maggiori tappe del turismo mondiale. Ha origini antichissime, quando Urvinum metaurense era municipio romano (III sec. a.C.).
E’ stata scavata dalle acque del Fiume Candigliano, che con la sua potente forza erosiva è riuscito a separare le due vette del Monte Petralata e del Monte Paganoccio. Infatti, passeggiando lungo la Via Flaminia si possono ammirare le imponenti e suggestive pareti erose dal fiume con le tipiche cavità, denominate nicchie d’erosione, fra cui la Grotta del Grano.
A partire dal 2008 il centro storico della Città di San Marino e il monte Titano sono stati inseriti dall’UNESCO, tra i patrimoni dell’Umanità in quanto “testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal Medioevo. Il più antico reperto è un’ascia-martello in pietra risalente al 5.000-4.000 a.C. ritrovata a San Giovanni sotto le Penne.
Considerate il più grande complesso ipogeo in Europa, queste Grotte sono gestite dal Consorzio Frasassi, istituito nel 1972 con il fine di tutelare, valorizzare e far conoscere tale sito naturalistico italiano di rara bellezza. Le Grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga in provincia di Ancona.
A San Leo si può ammirare un panorama mozzafiato che arriva fino al mare, non a caso Umberto Eco nominò questa città la più bella d’Italia. L’inespugnabile borgo di San Leo, fino a poco tempo fa compreso in territorio marchigiano, oggi in Romagna è ora la meta più ambita del turismo in Valmarecchia.
Le specie attualmente classificati come Tuber sono più di sessanta, ma soltanto nove sono considerati commestibili e di questi alcuni sono particolarmente conosciuti e diffusi ad Apecchio: il tartufo bianco (Magnatum Pico), il tartufo nero pregiato, il tartufo estivo (scorzone) e il Bianchetto. Il tartufo bianco pregiato (Tuber Magnatum Pico) è quello più commercializzato.
Sorta sulle rovine della romana Thiphernum Metaurense, distrutta durante la guerra gotica, deve il nome alla dedica all’Arcangelo Michele e al guado lungo il fiume che si poteva attraversare a piedi o a cavallo. Sant’Angelo in Vado venne dominato dai Brancaleoni dalla seconda metà del XIV per entrare poi nei possessi di Urbino.
Di origine romana, questo centro abitato è dotato di una posizione strategica, in quanto congiungeva Acqualagna a Urbino. E’ un luogo famoso storicamente parlando, perché a Fermignano nel 207 a.c. avvenne la battaglia del Metauro che vide la sconfitta e la morte del cartaginese Asdrubale. Fermignano rimase sempre sotto la giurisdizione di Urbino.
Questa montagna dell’Appennino Umbro-marchigiano si trova nei comuni di Apecchio, Cagli e Piobbico, in provincia di Pesaro e Urbino. Fin dagli anni ’60 si trova un piccolo comprensorio costituito da un’unica sciovia che raggiunge la quota di 1.470 metri, proprio poco sotto la vetta. Da lì si accede a 6 km di piste che scorrono tra faggete innevate.
A poca distanza dal comune di Frontone, nella provincia di Pesaro e Urbino, si trova questo massiccio montuoso le cui vette sono servite da un piccolo comprensorio: gli impianti sciistici comprendono una sciovia, una manovia e una cestovia che dalla frazione di Caprile risalgono la vetta del Monte Acuto, fino ai 1.510 metri di quota.
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